Pianta di amaranto proprietà e controindicazioni



Sebbene la pianta di amaranto sia tipicamente coltivata come fiore decorativo in Nord America e in Europa, è anche un’eccellente coltura alimentare che viene coltivata in molte parti del mondo, soprattutto perché privo di glutine, cosa che lo rende perfetto anche per chi è intollerante a questo alimento.

Coltivare l’amaranto per il cibo, infatti, è divertente e interessante, aggiunge un tocco di diversità al tuo orto.

Ma prima di capire come cimentarci nella coltura di questa pianta, scopriamo qualcosa su di essa e sulla sua storia, ma soprattutto vediamo quante ricette si possono preparare con i suoi semi o le sue foglie. 

Cos’ è l’amaranto?

L’amaranto è una pianta, essa sviluppa fiori lunghi, che possono essere che possono variare di forma a seconda della varietà. I fiori sono usati per produrre il grano di amaranto, mentre le foglie sono coltivate per poi essere mangiate in quanto verdura.

L’amaranto può essere usato in cucina sia sotto forma di grano che di verdura e in base a questa scelta, è bene informarsi su quale tipo di amaranto utilizzare per le nostre ricette.

Tipi di amaranto usati per produrre grano:

Amaranthus RetroflexusAmaranthus RetroflexusAmaranthus HypochondriacusAmaranthus HypochondriacusAmaranthus CaudatusAmaranthus Caudatus

Tipi di amaranto usati per produrre verdura:

Amaranthus CruentusAmaranthus CruentusAmaranthus ViridisAmaranthus Viridis
Amaranthus BlitumAmaranthus Blitum

Cosa si può cucinare con l’amaranto?

L’amaranto ha molte proprietà benefiche in quanto è ricco di potassio, magnesio e calcio, è per questo che viene utilizzato tantissimo nella preparazione di gustose e innovative ricette. Inoltre è privo di glutine, caratteristica che lo rende davvero adatto a tutti.

I semi di amaranto hanno molte caratteristiche benefiche, ma le foglie ne possiedono molte in più e queste possono essere cucinate esattamente come vengono usate in cucina le foglie di spinaci.

Alcune ricette che si possono preparare con questa pianta sono:

  • Insalata con amaranto
  • Polpette di amaranto
  • Popcorn di amaranto
  • Amaranto soffiato
  • Amaranto e cioccolato

Ve ne sono molte altre, questa è solo una parte degli squisiti piatti che si possono preparare con questo versatile ingrediente, perfetto sia con il dolce che con il salato!

Eccoci quindi arrivati al punto saliente di questo articolo: come piantare e far crescere un amaranto, continuate a leggere per scoprirlo!

Come coltivare l’ amaranto

Le piante di amaranto generalmente crescono bene in terreno ricco a ben drenante con pari quantità di azoto e fosforo. Come molte colture orticole, hanno bisogno di almeno cinque ore di luce solare al giorno per crescere sane.

Crescono benissimo in terreni umidi ma ben drenati, ma tollerano anche terreni asciutti. I semi di amaranto sono molto piccoli, per questo motivo vengono spruzzati su un’area preparata.

Quando seminarli? È necessario farlo quando le stagioni fredde sono già passate, ma la semina può avvenire anche tre o quattro settimane prima che finiscano le giornate più fredde. Una volta che i semi di amaranto sono germogliati, dovrebbero essere distanziati circa 45 cm gli uni dagli altri.

Come far crescere la pianta

Dopo aver distanziato i germogli, le piantine avranno bisogno di poche cure. Resiste bene alla siccità e a vari tipi di terreno. 

La concimazione è sufficiente farla preparando il terreno con del letame maturo. Non concimare troppo con l’azoto poichè l’amaranto come gli spinaci può accumulare nitrati nelle foglie, che diventano tossiche per i consumo umano.

Raccolta dell’amaranto

Arriverà poi il momento di raccogliere la pianta, ma quando esattamente? Proprio come le altre verdure, più piccola è la foglia, più è tenera, ma le foglie più grandi hanno un sapore più forte.

Se si desidera raccogliere i chicchi di amaranto, è necessario che la pianta arrivi alla fioritura, dopodiché bisognerà aspettare lo sviluppo completo dei fiori fino a quando non cominceranno ad appassire o a diventare più dorati: a questo punto si potranno tagliare i fiori e riporli in un sacchetto così che questi possano seccare.

Una volta che i fiori saranno asciutti, dovranno essere trebbiati all’interno del sacchetto per liberare i chicchi di amaranto. I semi dovranno essere separati dalla loro polpa con l’acqua. A questo punto i semi saranno pronti per essere usati.

Storia e curiosità dell’amaranto

L’amaranto è una pianta originaria del Messico e dell’America centrale. In epoca preispanica, l’amaranto veniva coltivato dagli Aztechi e dalle tribù in quanto molto simile al mais. Un altro uso importante dell’amaranto in tutta la Mesoamerica era nelle bevande e nei cibi rituali.

Gli aztechi, ad esempio, erano soliti celebrare divinità non solo mediante balli, processioni, rituali religiosi, sacrifici umani e canzoni, ma anche creando statue delle divinità da loro venerate con amaranto e miele; alla fine dei festeggiamenti la statua del dio veniva tagliata in più pezzi in modo tale che tutti potessero mangiare un pezzo del dio.

Dopo la conquista spagnola, la coltivazione dell’amaranto fu messa al bando. Non è stata considerata una pianta sacra solo dagli aztechi, ma anche da altre popolazioni, come quella degli antichi romani che pensavano che allontanasse la sfortuna e l’invidia e gli antichi greci che gli attribuivano significati profondi e positivi come quello dell’amicizia e di tutti i sentimenti eterni.

Tra il XVII e il XIX secolo è stato utilizzato come ornamento per i vestiti perché gli veniva attribuito il potere di donare benessere fisico. A causa della sua importanza come simbolo della cultura indigena, della sua appetibilità, facilità di cottura e della presenza in questo alimento di una proteina particolarmente adatta alle esigenze nutrizionali umane, l’interesse per i semi di amaranto è rinato negli anni ’70.

Ed è così che arriviamo a oggi: i chicchi di amaranto sono tostati in modo molto simile ai popcorn e mescolati con miele, melassa o cioccolato per creare un dolce chiamato alegría, che significa “gioia” in spagnolo. Viene consumato molto in Messico, dove è cucinato con cioccolato o riso soffiato e mangiato come merenda. L’interesse per questo alimento si è poi diffuso anche in Europa e in alcune parti del Nord America. 

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